Il bounce rate nell’email marketing: una definizione

da 17 Feb 2025Marketing

Quando si parla di ottimizzazione della tua strategia di email marketing non puoi ignorare il concetto di bounce rate. Vale a dire la frequenza di rimbalzo, la percentuale di email che non arrivano nella casella di posta.

Questo a prescindere dal tempo di lettura o dai click. Il bounce rate per le email, a differenza del parametro usato per le pagine web da Google Analytics, non considera il numero di minuti o secondi. Nel campo della posta elettronica parliamo di un rifiuto del documento inviato. In molti casi questo può essere un problema.

Il bounce rate, infatti, è un KPI dell’email marketing soggetto a raffinate interpretazioni sia tecniche che strategiche. L’obiettivo finale è quello di ridurre il più possibile questa metrica. Il motivo? Scopriamolo insieme con una piccola guida dedicata alla frequenza di rimbalzo nel mondo delle newsletter e delle DEM.

Cos’è l’email bounce rate, definizione

Con il termine frequenza di rimbalzo o bounce rate nel mondo dell’email marketing intendiamo la percentuale di messaggi che vengono rifiutati e non arrivano a destinazione. Un parametro alto danneggia la deliverability delle email, e può danneggiare l’intera strategia di promozione attraverso la posta elettronica.

Il problema riguarda il server di posta di chi riceve: il messaggio viene inviato ma poi rifiutato dal destinatario. In alcuni casi, la causa è da imputare proprio a chi riceve il messaggio. Ma in altri è un intoppo di chi invia. Perché, nel tempo, ha ignorato alcuni passaggi fondamentali per ridurre la frequenza di rimbalzo.

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Perché viene rimbalzata un’email?

I motivi che possono portare a una condizione di email bounce rate più o meno continuativa dipendono da diversi fattori. In alcuni casi, il nodo riguarda la condizione tecnica del destinatario che può avere un problema tecnico. Oppure, c’è una scarsa reputazione da parte del tuo indirizzo di posta elettronica e un lavoro di lead generation di bassa qualità. Che si arricchisce soprattutto da fonti poco affidabili.

Come si calcola questa metrica?

La formula matematica per calcolare l’email bounce rate è semplice. Si divide il numero dei messaggi rimbalzati – ovvero rimandati al mittente perché non accettati dal server – per il totale di quelli inviati e si moltiplica per 100. In questo modo ottieni una percentuale che indica la parte di messaggi che non arriva a destinazione.

Quanti tipi di bounce rate abbiamo?

Il termine bounce rate indica tutte le email rimbalzate, inviate ma poi rispedite al mittente. Per essere precisi e professionali, però, possiamo parlare di due tassi di bounce nell’email marketing: soft e hard. Ovvero?

Nel caso del soft bounce parliamo di un errore momentaneo: hai sbagliato gli indirizzi di posta elettronica, il server del destinatario è fuori uso momentaneamente o ha la casella piena. Quindi, parliamo sostanzialmente di una condizione che può essere risolta senza problemi per ritrovare un tasso nella media.

Con l’hard bounce affrontiamo una situazione in cui l’arrivo del messaggio sarà negato. Si parla di indirizzo email disattivato o server che ha bloccato l’indirizzo del mittente. Come puoi facilmente intuire, in questi casi vuol dire che c’è un problema da risolvere se il tuo bounce rate elevato dipende da queste circostanze.

In sintesi, l’hard bounce rate è un errore definitivo. Mentre il soft bounce rate è una condizione momentanea e risolvibile. Se quest’ultimo viene reiterato per un certo numero di volte (da 3 a 5, dipende dal provider) si trasforma in hard bounce rate raggiungendo quella che viene definita suppression list per evitare futuri invii. Mentre, se dopo alcune segnalazioni come soft l’utente interagisce con l’email, il problema rientra.

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Come diminuire l’email bounce rate

Il primo passo, come puoi facilmente intuire, riguarda la capacità di ottenere dei lead di qualità. Ciò significa aggiungere un CAPTCHA ai tuoi moduli e utilizzare un doppio opt-in. Ovvero un sistema per confermare la volontà umana di ricevere le tue comunicazioni. E devi fare un buon lavoro per migliorare l’autorevolezza.

In primo luogo, bisogna inviare email in modo costante ed evitare eccessi di contenuti promozionali e/o con termini che potrebbero essere considerati come posta indesiderata. In poche parole, devi evitare che le email siano considerate spam. E quindi bloccate dai vari server dei destinatari.

Ricorda che avere un bounce rate email dell’1% è un parametro accettabile e fisiologico. Ma se iniziamo a superare la soglia del 2% o del 3% vuol dire che qualche problema c’è. In questi casi, è importante avere al proprio fianco uno strumento in grado di monitorare ogni dettaglio della tua strategia di email marketing.

Riccardo Esposito

Riccardo Esposito

Senior copywriter e web writer, autore di My Social Web e di 3 libri sulla comunicazione online. Lavoro con la scrittura online e mi occupo di temi legati al web marketing.