Parlare dei pop-up per un sito web su questo blog è fondamentale perché, in molte circostanze, è proprio grazie a questi strumenti grafici che possiamo utilizzare le pagine internet in ottica di lead generation. Chiaramente, non stiamo parlando di elementi che limitiamo a questa strategia per acquisire contatti.
I pop-up possono avere scopi differenti, che vanno dal download di determinati contenuti in chiave lead magnet alla visita di pagine web o all’acquisizione di nuovi fan/follower sui social. Ma un punto è chiaro: prima di lavorare su questo aspetto, bisogna conoscere punti di forza e debolezza della strategia attivata.
Cos’è un pop-up sul sito internet?
La definizione è questa: il pop-up è un’inserzione grafica che interrompe la navigazione dell’utente sulla pagina web per proporre un messaggio di varia natura, solitamente una call to action per spingere verso un elemento utile alla conversione finale. L’apertura di questa finestra è automatica, basata sull’atterraggio su una determinata pagina: l’utente trascorre un certo numero di secondi sulla risorsa e il pop-up si attiva.
Questo avviene senza intervento umano, semplificando le operazioni. In alternativa, ci possono essere finestre grafiche che compaiono in base a un’azione specifica. Questo è il caso degli exit intent pop-up che si manifestano quando il cursore del mouse si dirige verso il pulsante per chiudere o cambiare schermata.
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A cosa servono queste finestre?
L’obiettivo di un pop-up sul sito web è, ovviamente, mettere in evidenza un messaggio. Che deve essere, per ovvi motivi, molto importante dato che questa creatività interrompe (spesso in malo modo) la fruizione della risorsa da parte del pubblico. Quindi, deve esserci un buon motivo per inserire un pop-up:
- Offerte promozionali.
- Iscrizione alla newsletter.
- Proposta di lead magnet.
- Moduli di login o registrazione
- Pubblicità specifica.
La presenza del pop-up cattura l’attenzione e permette al webmaster di mettere in evidenza una richiesta. Ma è chiaro che questa grande visibilità che riguarda i pop-up sui siti internet si accompagna a diverse riflessioni. Soprattutto in termini di user experience, l’esperienza dell’utente che naviga il sito.
Vantaggi e svantaggi di un pop-up
Il punto a favore dei pop-up: particolare attenzione da parte dei lettori. Chi si trova di fronte a questi box deve, per ovvi motivi, investire tempo e analizzare il contenuto. Può chiudere la finestra e ignorare la proposta, ma la vedrà sicuramente. Questa grande imposizione, però, può essere un notevole svantaggio.
Infatti, in molte circostanze, i pop-up dei siti web sono considerati invasivi e quindi un disturbo per la buona navigazione. L’UX ne risente e, di conseguenza, anche la SEO potrebbe avere delle ripercussioni. Già da tempo, infatti, Google suggerisce di prestare attenzione a queste dinamiche per rendere i contenuti accessibili.
Meglio evitare il posizionamento di un pop-up in grado di coprire i contenuti principali appena l’utente accede a una pagina dai risultati di ricerca o mentre sfoglia il sito web cliccando sui link interni. Questo vale anche per i contenuti interstitial e nella pagina ufficiale c’è un esempio di pop-up troppo invasivo da mobile.
Realizzare un pop-up su WordPress
Per creare il tuo pop-up migliore devi prendere in considerazione l’idea di usare un plugin specifico, se utilizzi il CMS WordPress la soluzione è piuttosto semplice perché basta aggiungere uno dei tanti plugin dedicati. Ad esempio, puoi utilizzare Popup Maker che attualmente è una delle soluzioni migliori perché ti permette di creare pop-up per qualsiasi scopo, ma soprattutto puoi gestire una serie di aspetti decisivi in queste circostanze.
Caso concreto? Quando deve apparire la finestra e in che circostanza ripetere l’azione. Il punto è chiaro: ci sono strumenti più o meno equivalenti per creare un pop-up su WordPress, i plugin utili abbondano.
Ciò che fa la differenza è la capacità di settare alcuni aspetti decisivi dell’UX. Se vuoi raggiungere il giusto compromesso e mostrare pop-up che non diventino odiosi ricorda queste semplici regole. La finestra deve:
- Potersi chiudere in modo semplice.
- Veicolare un messaggio utile al target.
- Essere una delle tante finestre che si alternano.
- Evitare di ripresentarsi nella stessa sessione.
- Non invadere subito il contenuto principale.
- Mantenere l’attenzione su elementi essenziali.
Non bisogna interrompere l’utente durante azioni cruciali e permettere di fruire del contenuto principale per un certo numero di secondi/minuti. Ad esempio, può essere una buona idea regolare il tempo di uscita del pop-up in modo da ipotizzare la lettura dell’above the fold. Poi, ricorda che spesso è l’eccesso che rende odiosi i pop-up: si susseguono due o più messaggi che veicolano informazioni non richieste e questo può infastidire.
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Come usare i pop-up nella lead generation
Tra i diversi tipi di pop-up disponibili, ipotizziamo un modello specifico che ci interessa: quello che ti permette di fare lead generation. Ovvero di aumentare il numero di email nel database per creare una mailing list. Come deve essere questo messaggio? In primo luogo dovresti inserire un titolo per suggerire una main promise.
Ovvero, una promessa che devi mantenere per creare una headline. Poi aggiungi un bodycopy che approfondisce e dà maggiori informazioni, solo dopo trovi il form per lasciare l’email e il bottone con la call to action. In molti casi, il pop-up per fare lead generation si accompagna a una tecnica di content marketing.
Vale a dire quella del lead magnet: regalo qualcosa di valore – ebook, moduli, case study, webinar, sconti – per ottenere l’email. Così puoi targettizzare i contatti al meglio e avere persone che sono realmente interessate a ciò che offri. L’importante è poter gestire questo percorso con il miglior tool per fare email marketing. E, nello specifico, attivare al meglio il flusso dei contatti acquisiti dalle diverse fonti. Anche dai pop-up.